
Il saggio cinese cui spesso allude del Libro dei Mutamenti, attento osservatore della natura e dei suoi cicli, trae spunto da tutto ciò per riflettere su questo tipo di situazioni e sul giusto modo di rapportarsi ad esse. Che cosa si può fare in un momento così, quando tutto è in una fase di stagnazione e, tutt'al più, le cose possono peggiorare, nel senso della disunione, della fine? Già comprendere che non si può fare nulla è un elemento di saggezza, come anche il non lasciarsi convincere ad accettare compromessi, ad intervenire, ricoprire incarichi, anelare a ricompense ed essere - insomma - coinvolti in un attivismo e un interventismo che non tiene conto delle circostanze. La giusta azione è la protezione del proprio cuore, del proprio ideale, il dimorare quietamente in sé stessi, il non disperdere inutilmente le forze, l'accettare il momento che si prospetta cercando di comprendere che cosa la vita vuole insegnare. Non si tratta di una resa alle circostanze, bensì di tirare i remi in barca e meditare, essere centrati e in grado di trarre il meglio anche dalle situazioni apparentemente improduttive - se non altro nel senso di un accrescimento della consapevolezza.
Il sei al primo posto osserva che, poiché le radici sono ancorate al suolo, insieme all'erba da strappare viene via anche la terra. Cioè, esistono delle connessioni - a volte nascoste e imperscrutabili - con la profondità della vita, con il "suolo" della nostra esistenza. Ogni nostra scelta coinvolge aspetti che magari non avevamo considerato, provocando ripercussioni più ampie e più profonde di quanto ci aspetteremmo. Per questo è così importante non compiere azioni fuori luogo nel momento del "ristagno", quando di solito è meglio attendere tempi migliori. Ogni eventuale movimento va accuratamente ponderato.
Il sei al secondo posto indica che l'uomo saggio è in grado di sopportare momenti avversi del destino senza rimanerne piegato e affrontare persone ostili senza esasperare la conflittualità. In questo modo anche la cose negative rivelano aspetti fruibili e nascoste opportunità.
Il sei al terzo posto: il ristagno non dura per sempre, nulla può rimanere in una condizione statica. Ad un certo punto si cominceranno ad avvertire i segnali di un cambiamento - come per una legge naturale.
Il nove al quarto posto: il saggio pensa, parla e agisce non soltanto per sé stesso, ma per motivi più ampi, per gli altri, per un ideale. In un certo senso, da questo punto di vista, egli è già fuori dal "ristagno" - anche soltanto per il fatto che vive la situazione in modo diverso e perciò è in grado di uscirne molto velocemente trasmutando il suo destino.
Il nove al quinto posto: l'ansietà è una delle cause che prolungano la nostra attesa e le nostre sofferenze in un momento difficile. E' necessario dubitare, chiedersi, mettersi in discussione, ma è altrettanto auspicabile la riappropriazione di una saldezza interiore, della fiducia in noi stessi e nelle circostanze.
Il nove al sesto posto: se nel momento di stasi, nella difficoltà, ci si è sforzati di rimanere saldi, fedeli a sé stessi e al "positivo" sia interiormente che nel comportamento, se non si è scesi a compromessi, non v'è dubbio che viene il momento della soluzione e della trasformazione. Tutto muta e, avendo il saggio conservato il corretto atteggiamento, tale mutamento non potrà essere che in meglio.